Salvator Settis

Se Venezia muore

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Dai 15 anni

Conosciamo le fondamenta indebolite di Venezia, sappiamo meno delle altre minacce che gravano sulla città, divenuta il guscio vuoto di tutti gli eccessi dell’intrattenimento globalizzato. Settis ci avverte dei cambiamenti imposti dagli imperativi della produzione e del mercato che minacciano la città: se Venezia dovrà morire, non sarà né per mano di un nemico spietato né sotto i colpi di un conquistatore. L’oblio di sé sarà l’unica causa. Un saggio notevole sul destino di Venezia e, attraverso questa città, su quello di tante altre città storiche.

Venezia muore per la fuga dei veneziani veri e per il surriscaldamento turistico, in espansione inversa. L’esatta memoria di ciò che era, la preservazione del suo patrimonio e la sua bellezza specifica ora hanno la precedenza sugli imperativi economici a breve termine e sul clamore mediatico dei suoi occupanti temporanei o stagionali. Fragile, ancestrale, unica nel suo rapporto con il paesaggio, la Serenissima è spopolata, bersaglio di innumerevoli progetti che, con il pretesto di "tirarla fuori dal suo isolamento", ne assassinano la diversità e la schiacciano nel laminatoio monoculturale di una “modernità” standardizzata, per ridurla allo stato di merce, a funzioni alberghiere e turistiche. Conosciamo le fondamenta indebolite di questa illusoria città delle meraviglie e degli innamorati, sappiamo meno delle altre minacce che gravano sulla città, divenuta il guscio vuoto di tutti gli eccessi dell'intrattenimento globalizzato. . Le città muoiono in tre modi: distrutte da un nemico spietato, occupate con la forza da un popolo straniero o colpite da amnesia. Venezia può morire se perde la memoria, se non riusciamo a comprenderne lo spirito e a ricostruirne il destino. Salvatore Settis ricorda con forza i fatti del problema: “L'eclissi della memoria preoccupa tutti noi, minaccia l'armonia civile, mina il nostro futuro, soffoca il presente. Se la città è la forma ideale e tipica delle comunità umane, Venezia rappresenta oggi, e non solo in Italia, il miglior simbolo di questa condensazione di significati, ma anche del suo declino. Se Venezia dovesse morire, non sarebbe né per mano di un nemico spietato né sotto i colpi di un conquistatore. L’oblio di sé sarà l’unica causa. » Altre città storiche nel mondo vivranno il destino dell'antica Atene, minate come sono dalla rassegnazione a una falsa modernità, dallo spopolamento e dall'“oblio di sé”. Dobbiamo riscoprire l'anima della città, e sostenerne i diritti. Il caso emblematico di Venezia ispira in Salvator Settis una riflessione di portata universale: dall’Aquila a Chongqing – la metropoli cinese contava 600.000 abitanti nel 1930, oggi se ne contano 32 milioni – i frenetici cambiamenti imposti dal mercato stanno devastando l’ambiente naturale e lo spazio sociale, violare il diritto alla città, il nostro diritto alla cittadinanza e la democrazia. Di questa minaccia, e dei suoi possibili rimedi, Venezia è l'esempio supremo.- Un notevole saggio sul destino di Venezia e, attraverso questa città, su quello di tante altre città storiche. - Una meditazione sul mondo contemporaneo, di Salvatore Settis, archeologo e storico dell'arte di fama internazionale, che dirige anche l'opera collettiva Cities in Ruins pubblicata da Hazan nell'autunno 2015.

Condizione: Nuovo, saperne di più

Brossura, copertina morbida, 192 pagine

Hazan, 2015, ISBN: 9782754108522

lingua francese


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